Donne

Come ha evidenziato la storica Simona Lunadei, è stato a partire dagli anni Settanta che “si cominciò a rivendicare un ruolo per le donne che affondasse anche nella storia della Repubblica e nella Resistenza”.

Nella gran parte dei casi le donne hanno preso parte alla resistenza ricoprendo il ruolo di staffette, proteggendo e curando i partigiani e, solo in numero minore, partecipando direttamente alla lotta armata. Di norma, infatti, le donne che hanno preso parte al movimento di liberazione non erano armate. Basti ricordare la testimonianza di Carla Capponi – vicecomandante delle formazioni partigiane tra Valmontone, Zagarolo e Palestrina, dietro il fronte di Cassino, con il grado di capitano – che nelle sue memorie (Cuore di donna, 2009) ha ricordato come i suoi compagni non volessero concederle l’uso della pistola. Decise quindi di rubarne una ed anche in quel caso cercarono di sottrargliela.

Acquista quindi un certo peso la scelta di farsi raffigurare armati, come testimoniato in alcuni di questi ritratti.